Venerdì 26 Aprile 2024

L’etica nel pensiero, nell’azione, nel vivere, di Salvatore Castrignano

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A cinque anni dalla sua morte, avvenuta il 21 marzo 2018, voglio ricordare Salvatore Castrignano sottolineando un aspetto del suo impegno sindacale e politico-sociale quanto mai attuale, sicuramente utile per il presente, tanto più alla luce del dibattito e confronto ripreso fortemente nella nostra città sul tema “QUALE SVILUPPO NEL NOSTRO TERRITORIO?”: la dimensione etica.

Questo aspetto è stato al centro della sua riflessione ed azione, sia come dirigente sindacale sia, in particolare, con le varie iniziative specificamente promosse come responsabile provinciale dell’associazione Lavoro&Welfare, attraverso studi, convegni, dibattiti, confronti pubblici, lotte e mobilitazioni socio-politiche per far crescere conoscenze, consapevolezze, partecipazione sociale attiva e coscienza collettiva. Tutti elementi basilari per uno sviluppo sano e autopropulsivo legato alle vocazioni del nostro territorio.

La dimensione etica è stata sempre presente nel suo operare collettivo ed individuale quotidiano. Il suo vivere è stato un esempio concreto del valore profondo dell’essere persona socialmente attiva, del fatto che il senso della nostra esistenza trascende la nostra individualità. Le nostre azioni e opere sembrano, infatti, avere un senso più pieno e compiuto, se contribuiscono alla crescita della nostra comunità presente e futura. Questo aspetto, oggi fortemente sottovalutato se non accantonato, è un elemento fondamentale per valutare la validità di iniziative economiche e una spinta interiore ad un impegno costante e prospettico, personale e sociale.

Il lavoro, come spesso sottolineava, era ed è basilare per consentire a sé e alla propria famiglia una esistenza libera e dignitosa, attraverso retribuzioni e condizioni di lavoro giuste; in tal modo si poteva realizzare anche una maggiore giustizia sociale, così come la Costituzione Italiana propone e definisce. Contemporaneamente, questo sentimento di giustizia sociale spinge a costruire solidarietà tra lavoratori, che poi si amplia e si struttura come solidarietà comunitaria e, non chiudendosi nel proprio interesse particolare e di gruppo, consente di promuovere cittadinanza attiva e un miglioramento dell’intera società, divenendo un fattore dello sviluppo.

IL RUOLO E LA FORZA DELL’ETICA NELL’IMPRESA E NEL MONDO IMPRENDITORIALE

In questa prospettiva un aspetto poco conosciuto, piuttosto originale per un sindacalista, era la sua riflessione su come si crea lavoro ed il suo riconoscimento del ruolo centrale dell’impresa in tal senso; il lavoro, infatti, si crea se c’è sviluppo economico, se nascono e si rafforzano imprese, se c’è spirito imprenditoriale individuale nel contesto socioculturale del territorio.

A tal fine Salvatore chiariva come anche nel mondo dell’impresa è fondamentale una dimensione etica, caratterizzata ed evidenziata da due aspetti: da una parte, quando l’impresa svolge un ruolo propulsivo e dinamico, chiaro elemento di progresso, tanto più se gli imprenditori promuovono attività economiche legate alle risorse e vocazioni del nostro territorio; dall’altra parte, quando l’impresa svolge un ruolo sociale e pubblico, chiaramente evidente laddove l’imprenditore è spinto non solo dalla logica del proprio interesse e profitto individuale, ma anche dalla consapevolezza che il suo operato ha conseguenze per l’intera comunità, ed è guidato in qualche modo dalla dimensione valoriale e da una visione di insieme.

Una impresa, infatti, non nasce, si sviluppa e si consolida da un giorno all’altro, ma ha bisogno di una prospettiva e di un contesto territoriale favorevole. In quest’ultimo aspetto, Salvatore Castrignano individuava i limiti maggiori, sottolineando la necessità di una efficace e continua AZIONE DI SISTEMA di tutti gli attori del territorio a sostegno di una visione condivisa: riteneva infatti che in Capitanata e a Manfredonia l’attività di promozione e coordinamento delle politiche di area si era praticamente azzerata, con accentuazione della personalizzazione dell’azione politica ed istituzionale; la stessa classe imprenditoriale locale, dopo il dinamismo degli anni ’70 e ’80, era ed è diventata stantia e poco articolata, concentrata soprattutto nel settore delle costruzioni, così come i sindacati avevano ed hanno ridimensionato e limitato quella loro necessaria funzione di soggetto attivo del cambiamento.

Ciò nonostante, riteneva che questi limiti dovessero e potessero essere superati attraverso una programmazione dello sviluppo territoriale che individuasse le attività produttive coerenti con le vocazioni del territorio. A tal fine evidenziava che le speranze di rinascita della nostra terra si chiamano TURISMO E CULTURA, PESCA E ATTIVITA’ MARITTIMA, ARTIGIANATO, AGROALIMENTARE, FUNZIONALITÀ DELLE INFRASTRUTTURE E DEI SERVIZI, MATERIALI ED IMMATERIALI, MANUFATTURIERO COERENTE CON LE VOCAZIONI DEL TERRITORIO.

In tale ottica era ed è sicuramente utile dare vita ad un ORGANISMO TERRITORIALE PER LO SVILUPPO che sovraintenda alla promozione dei principali processi per la crescita di Manfredonia e dell’intera Capitanata. In tal senso, visto anche il dibattito in atto sugli insediamenti industriali, un primo passo potrebbe essere la COSTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE PERMANENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI MANFREDONIA, allargata a studiosi ed esperti operanti nel territorio e anche a rappresentanti dei comuni limitrofi, che affronti in modo condiviso il tema dello sviluppo per il nostro territorio, a partire dal monitoraggio delle attività economiche esistenti e delle nuove proposte di insediamenti di imprese.

 

NON SI POSSONO INSEDIARE ATTIVITÀ INDUSTRIALI INQUINANTI E PERICOLOSE CHE AGGRAVANO ANCOR PIÙ LA SITUAZIONE ESISTENTE

L’aver dato forza, spessore e centralità a questa complessiva dimensione etica come fattore centrale per lo sviluppo del nostro territorio consentì a Salvatore Castrignano di sottolineare che “OGNI INIZIATIVA ECONOMICA, OGNI IPOTESI DI SVILUPPO, RICHIEDE NECESSARIAMENTE UNA VISIONE LUNGA ED ORGANICA DEL FUTURO DELLA NOSTRA CITTÀ, MANFREDONIA, NEL CONTESTO GARGANICO, PROVINCIALE E REGIONALE, DA ACQUISIRE ATTRAVERSO STUDI E ANALISI APPROFONDITE ED ATTRAVERSO CONFRONTI COLLEGIALI DI TUTTI I SOGGETTI CHE VI OPERANO”. Ciò vale soprattutto per gli insediamenti industriali, poiché, come rileva Castrignano, è accaduto che “L’INDUSTRIA NEL NOSTRO TERRITORIO NASCE PREVALENTEMENTE DA INIZIATIVE IMPREDITORIALI ESTERNE CHE, PUR DANDO LAVORO NELL’IMMEDIATO, TENDEVANO E TENDONO A RIMANERE ESTRANEE AL TESSUTO SOCIALE ESISTENTE ED A PRODURRE DANNI ED IMPOVERIMENTO NEL LUNGO TERMINE”.

In quest’ultima affermazione è chiaramente evidente la dimensione etica che deve guidare il nostro operato, insieme ad una analisi documentata della convenienza economica di ogni insediamento, guardando soprattutto in prospettiva e a lungo termine, non solo e tanto nell’immediato e nel breve termine, per garantire il futuro delle nuove generazioni.

Salvatore ha amato profondamente e totalmente la nostra città e fino agli ultimi giorni della sua vita ha parlato, discusso, operato e progettato iniziative per migliorarla. Fino all’ultimo è stato un uomo sociale, un uomo pubblico, non tanto per e nei ruoli istituzionali svolti, ma ancor più nel carattere esemplare, nella dimensione etica e valoriale che costantemente esprimeva nel suo vivere, nel suo impegno personale e collettivo.

Silvio Cavicchia

 

SALVATORE CASTRIGNANO E LA PIANIFICAZIONE A PARTIRE DAL TERRITORIO

La Capitanata ha risorse naturali, infrastrutture e potenzialità che già oggi le permettono di superare il PIL di regioni come Molise e Valle d’Aosta e che rappresentano un patrimonio forse unico nel panorama pugliese, e Manfredonia, il porto della Capitanata, può esserne il volano. Questo patrimonio non va sprecato o lasciato inutilizzato, ma utilizzarlo male o concederlo ad iniziative economiche estranee al contesto e che già di per sé hanno un impatto negativo sull’ambiente è il maggior spreco possibile e il peggior danno che si possa fare.

In considerazione dell’istituzione e dell’avviamento della ZES Adriatica, che coinvolge anche il retroporto di Manfredonia, è fondamentale che gli interventi autorizzati in questo ambito, potenzialmente portatori di sviluppo sul territorio, siano compatibili con lo stesso e conformi alle esigenze di tutela dell’ambiente e della salute, invece stiamo assistendo a decisioni prese da Enti non rappresentativi delle istanze delle popolazioni interessate e sostanzialmente estranee rispetto alle caratteristiche ambientali e produttive della zona, oltre che contrarie agli indirizzi dello stesso piano regionale sulla ZES Adriatica.

Poiché si tratta di scelte così importanti per il nostro futuro, soprattutto in una terra con un passato come il nostro, si avverte l’esigenza di discuterle e condividerle, non di relegarle a vertici di Enti o ad imprenditori alla ricerca di risorse sfruttabili come se fossero questioni private; c’è, insomma, la necessità di un luogo fisico-istituzionale dove gli interessi diffusi della popolazione possano essere il punto di partenza per pianificare le politiche di sviluppo, che estenda dunque il processo decisionale su questi temi; uno spunto positivo al riguardo è stato fornito anche da Andrea Prencipe, Rettore della LUISS e manfredoniano di origine, che aveva proposto “un bando di idee per Manfredonia”.

È in questa ottica che oggi, a cinque anni dalla morte, ci tengo a ricordare mio padre, Salvatore Castrignano, e il suo impegno per Manfredonia e la Capitanata, che a partire da una dimensione etica e sociale ha avuto tante forme e direzioni: l’attuazione di migliori condizioni di lavoro e allo stesso tempo l’analisi su come creare i presupposti che portano allo sviluppo e al lavoro, l’attenzione in ambito ambientale e della salute pionieristicamente contemperata con la tutela dei lavoratori, la capacità di individuare potenzialità, di progettare e di guardare al futuro.

La sua attività ha lasciato una traccia da ricordare, e ha testimoniato che volere per il proprio territorio un nuovo corso, opponendosi a iniziative non consone calate dall’alto con proposte e azioni emerse dalle potenzialità di un luogo e dalle esigenze di una comunità, non equivale ad essere “descrescisti” o sempre contro qualcosa, ma vuol dire andare nella direzione delle risorse e delle vocazioni del territorio, dunque di uno sviluppo sostenibile, autopropulsivo e soprattutto fattibile.

 

Fabio Castrignano

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Comunicati · News

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