Sabato 27 Aprile 2024

Lucia Trigiani si è dimessa da assessora

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ALLA FINE Lucia Trigiani si è dimessa da assessora alle opere pubbliche del Comune di Manfredonia. Le pressioni sono state unanimi dal popolo dei social e dalla politica: la richiesta era senza attenuanti e riserva. La rappresentanza consiliare di opposizione le dava addirittura per scontate. Nessun susurro è arrivato invece dalla maggioranza consiliare e dalla giunta della quale non fa più parte. Insomma era rimasta sola e le dimissioni sono state la fatale conclusione di una “avventura” governativa cittadina appena iniziata.

«PUR non essendo mai stata destinataria di alcun provvedimento amministrativo e/o giudiziario rispetto alle vicende mediatiche di queste ore, sono comunque stata oggetto, io e i miei figli, di una vera e propria gogna mediatica» scrive la Trigiani nella lettera inviata al sindaco Gianni Rotice. E spiega che «ho maturato questa decisione per senso di responsabilità e per quell’etica e moralità, di cui tanto si è parlato in questi giorni. Un’etica e una moralità che dovrebbe appartenere a tutta la politica e alla nostra comunità, ma che spesso viene imposta solo a taluni. La mia totale buonafede – spiega – mi ha portato a commettere una leggerezza esponendomi ad “una condanna senza processo” che mia ha indotto a questa decisione, non mi impedirà di continuare a spendermi come ho sempre fatto, per la mia Città che amo più di una qualsiasi poltrona». La lettera si chiude con i ringraziamenti al sindaco, agli uffici del 6° settore “Lavori pubblici”, colleghi assessori e consiglieri.

«UN gesto di grande responsabilità e di discontinuità rispetto al passato quando ex Amministratori comunali, pur avendo procedimenti giudiziari in corso (contrariamente alla Trigiani), restarono ben saldi nelle loro cariche» ha replicato Rotice. «Un processo mediatico alla Trigiani – ha aggiunto – che evidentemente è un vile attacco politico a questa Amministrazione magari da parte di chi (causa di scioglimento per infiltrazioni mafiose e dissesto finanziario del Comune, con conseguenti sentenze di incandidabilità), negli anni passati, l’ha avuta nella propria squadra. Basti pensare che è stata Consigliera comunale del PD e candidata alle elezioni regionali 2020 con il centrosinistra, ma all’epoca nessuno ha sollevato il caso della sua inopportuna residenza che già persisteva e, magari, in quella abitazione, ci era pure stato personalmente, mentre, oggi, specula sulle sue situazioni personali e familiari che conosce bene».

LA LEVATA di scudi nei confronti della Trigiani non deriva da aspetti politici e/o amministrativi, bensì da una vicenda privata con ascendenze pubbliche. L’accusa elevata nei suoi confronti è quella di risiedere in una villetta costruita abusivamente a Siponto. Nella qualità di rappresentante dell’Ente comunale – è il rilievo mossole dalla gente e dalla politica – non era concepibile che potesse personificare e dunque “legalizzare” un abuso unanimemente condannato. Una «leggerezza commessa in totale buonafede» ammette nella lettera. Che le ha causato «una condanna senza processo» lamenta.

È INCAPPATA in quell’errore nel quale si ritrovano tantissimi residenti nelle villette, un centinaio, costruite abusivamente in un trentennio su dei terreni bonificati dal Consorzio di Capitanata e concesso ai coloni che hanno pensato di costruirsi un alloggio che risulta abusivo mancando tutte le prerogative perché la zona fosse adibita a costruzioni edili. La Trigiani si ritrova in quelle circostanze avendo avuto assegnato l’alloggio a seguito di divorzio.

Michele Apollonio

 

 

 

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