Sabato 27 Aprile 2024

Non trascinate l’arcivescovo Moscone nelle beghe della politica

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NEL BAILAMME concitato e confuso della grave crisi amministrativa si è levata anche la voce di padre Franco Moscone, da cinque anni alla guida della Chiesa sipontina e depositario dei sentimenti del popolo manfredoniano. Un doveroso pensiero il suo in un momento di particolare patimento della città a causa degli avvenimenti ormai ben noti e dibattuti secondo le visioni politiche di ciascuno dei contendenti così come è naturale e giusto che sia.

UN CAMPO di “battaglia” che storicamente non ha coinvolto la Chiesa e i suoi rappresentanti, ma che tuttavia sono stati sempre presenti con le esortazioni etiche ad agire per il meglio della comunità. Anche padre Moscone non si è sottratto a tale compito rafforzato dalla lunga esperienza di missionario tra popoli difficili, e spinto dall’anelito di vicinanza verso i propri concittadini. I suoi interventi sono stati sollecitati da testate giornalistiche anche nazionali che si sono rivolte al lui a ragione della sua autorevolezza non certo nella politica, bensì come riferimento super partes e conoscitore, questo si, del popolo manfredoniano.

LE RISPOSTE date a chiamate differenziate sono state rilasciate in orari successivi e quindi distanti dagli avvenimenti di riferimento accavallatisi convulsamente (la comunicazione, ad esempio, del numero dei dimissionari aggiornato continuamente e non ancora stabilizzato) eppertanto non perfettamente allineate. Risposte che pertanto perdevano di volta in volta la validità storica degli avvenimenti in corso ma che sono state oggetto di libere interpretazioni lontane dal senso originale. «Ma ce stato anche – annota Michele Illiceto vicino alla Curia vescovile – chi si è spinto oltre, fino a strumentalizzarle, manipolando e trasformando il senso del messaggio, probabilmente al solo scopo di avvalorare le proprie posizioni, facendo quasi credere che, ad esempio, il ritiro delle dimissioni di un consigliere qualche ora dopo averle depositate, fosse frutto di un indirizzo dell’arcivescovo».

NIENTE di tutto questo. Al contrario padre Moscone ha spronato oggettivamente verso azioni serie e costruttive. «Spero che questo momento non sia caricato di retorica, di inutili disquisizioni speculative o di enfasi, cose che danno adito a sole chiacchiere»; «Manfredonia non ha bisogno di chiacchiere e pettegolezzi, ma di ricerca di verità e dedizione responsabile, di certezza di futuro!»: sono le parole inequivocabili pronunciate dell’arcivescovo padre Franco Moscone. «Gli interventi del presule sipontino – ricorda Illiceto – sono di natura morale, di appello alla responsabilità civile di ciascuno, alla buona gestione della cosa pubblica dove «l’aggettivo “buona” corrisponda a vari livelli di azioni concrete nei confronti di tutti i cittadini, delle varie componenti della società, ciascuno nel suo protagonismo e ciascuno nella propria responsabilità civile».

SE QUALCHE politico o giù di lì, ha usato le parole dell’arcivescovo come un sostegno alle proprie posizioni, non solo si è sbagliato di grosso, ma è reo di una vera manipolazione del messaggio dell’arcivescovo. Un falso dunque. Padre Moscone si è rivolto alla città e ai cittadini condividendo con essi lo smarrimento per una nuova battuta d’arresto del sistema vitale del governo cittadino.

Michele Apollonio

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