Sabato 27 Aprile 2024

La verità sul disastro amministrativo secondo Forza Italia

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Gatta, Basta, Rinaldi, Di Bari rispondono agli attacchi dell’ex sindaco

 

 

«SE SEI sicuro di aver agito bene, ricandidati tu alle prossime elezioni». E’ la controproposta dell’on. Giandiego Gatta alla provocazione dell’ex sindaco defenestrato Rotice che lo aveva “sfidato” ad abbandonare il seggio alla Camera e candidarsi a Manfredonia.

È UNA delle mille battute che hanno “animato” lo scontro a distanza tra l’ex sindaco Rotice e l’on. Gatta, nel caotico post scioglimento del consiglio comunale. Battute più da palcoscenico di avanspettacolo, che di una pensosa ribalta politica carica di problemi e preoccupazioni per una situazione che sta paralizzando completamente una città che almeno da un quinquennio si dibatte paurosamente in una crisi politica-amministrativa senza precedenti e che minaccia, se non si corre a seri ripari, di affossare irrimediabilmente un territorio sul quale giocano tanti progetti di recupero.

L’ON. GATTA ha spiegato che la sua elezione al Parlamento è stata decretata dal voto dei vari centri della provincia ai quali deve dare conto. E per quanto riguarda la millantata pretesa di Rotice, nel solco dell’ostentata ricchezza personale, di aver pagato le spese di FI, Gatta ha dimostrato, esibendo la documentazione, di aver provveduto lui alle spese di partito con rimesse e bonifici. Questo e tanto altro è stato detto nel corso della “Operazione verità” organizzata da FI per rintuzzare e smentire le tante bugie, mistificazioni, velenosità, insulti personali elargiti a destra e a manca dall’ormai “ex” per eccellenza.

A PARLARE, e sono state continue rivelazioni su come Rotice intendeva amministrare la città, con l’on, Gatta, i consiglieri uscenti Giuseppe Basta, Liliana Rinaldi, Marco Di Bari. «Onore e dignità non si comprano» ha affermato Rinaldi delegata alla Provincia ritirata inspiegabilmente da Rotice privando Manfredonia di una rappresentante in seno all’amministrazione provinciale. «Una gestione padronale di Rotice: dovevamo solo alzare la mano per approvare decisioni prese altrove e non si sa con chi» ha rincarato Di Bari. Dettagliata e documentata la relazione di Giuseppe Basta, vicesindaco di Rotice. Ha svelato i retroscena in qualche modo trapelati dal Palazzo ma mancanti di quei riscontri forniti ora da chi c’era e che ad un certo punto ha smesso di approvare atti nebulosi provocando la crisi. Come fra gli altri: Parcheggi, stadio Miramare, Pug, Pubblica illuminazione, Cimitero, Mezzanone.

«SJUL NEBULOSO progetto Mezzanone oltre al sottoscritto e Palumbo – rivela Basta – si dimise anche Vitulano, ex FI passato indipendente e poi promosso a vicesindaco. Un esempio della dittatura e degli intrighi di Rotice. Anche il capogruppo Di Staso ha manifestato insofferenza al modo di fare del sindaco tanto che fu tra i firmatari delle dimissioni, ma poi per ragioni extra politici si acquattò sotto Rotice».

DAL CANTO suo l’on. Gatta ha contestato l’affermazione di Rotice di aver favorito l’elezione al Parlamento con i suoi voti. Mostrando il tabellone dei voti, il parlamentare sipontino ha dimostrato di aver preso meno voti alle elezioni del 2022 rispetto al 2018: «Ho pagato lo scotto di aver sostenuto una amministrazione fallimentare».

E LA POLITICA? I problemi della città? Quali prospettive? Niente. Certo, queste vicende penose e velenose non aiutano: c’è da ricostruire di sana pianta la moralità politica e gli intenti cittadini.

  Michele Apollonio

 

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