Venerdì 26 Aprile 2024

Arrestato nelle campagne di Amendola “caporale” maliano che trattava i propri connazionali come un negriero

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Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro con impiego di lavoratore privo del permesso di soggiorno nonché resistenza a P.U.. Questi i reati per  cui un uomo originario del Mali, DIAKITE Lassana, da dieci anni in Italia, è stato  fermato dai Carabinieri della Compagnia di Foggia nell’ambito di uno specifico servizio di anticaporalato. L’arrestato, classe ’67, è stato fermato dai Carabinieri nelle campagne di Manfredonia, in località Amendola, alla guida di un Ford Transit con targa bulgara, poco dopo aver caricato 13 cittadini extracomunitari di origine africana provenienti dalla baraccopoli abusiva sorta a ridosso del C.A.R.A. di Borgo Mezzanone, e alcuni anche ospiti di quest’ultimo. L’arrestato alla vista dei Carabinieri ha tentato anche la fuga, colpendo con calci e pugni i militari, ma è stato prontamente immobilizzato. La perquisizione personale e del mezzo ha poi consentito di rinvenire gli appunti attestanti il reclutamento degli extracomunitari, con una minuziosa contabilità riportante nominativi e cifre ad essi associati, che provano una organizzazione “imprenditoriale” nello sfruttamento dei lavoratori assoldati. I passeggeri erano per la maggior parte della stessa nazionalità dell’arrestato, e uno di loro è risultato irregolare sul territorio nazionale.  Di questi, interrogati dai militari con l’ausilio di un interprete, alcuni hanno dichiarato di essere al primo giorno d’impiego, altri da diverse settimane, e comunque nessuno è stato in grado di specificare il nome del datore di lavoro né il luogo ove prestavano la loro opera; contestualmente hanno anche ammesso di essere stati reclutati dal DIAKITE, intermediatore con i proprietari dei terreni, che provvedeva a trasportarli in loco con il proprio mezzo; gli accordi prevedevano inoltre che, una volta percepita la paga, una parte avrebbero dovuto corrisponderla al DIAKITE, e che questa sarebbe stata stabilita in base a quanto percepito.

Il loro trasporto era perdipiù effettuato in condizioni lesive della dignità umana oltre che pericolose per l’incolumità dei trasportati e degli altri utenti della strada. Il furgone era anche privo sia della copertura assicurativa che dei documenti di circolazione.

Il DIAKITE, a seguito della convalida dell’arresto, è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari. Le indagini proseguono per identificare i proprietari dei fondi agricoli che si servivano del lavoro clandestino.

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Cronaca · News

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