Domenica 28 Aprile 2024

Biciclette pubbliche e pista ciclabile trappole pericolose

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Il Rotary club cerca biciclette usate da dare in uso a lavoratori extracomunitari

Una raccolta di biciclette usate da mettere a disposizione di persone bisognose che le potranno utilizzare come mezzo di trasporto per raggiungere il posto di lavoro e per qualunque altro uso di personale utilità. E’ l’appello lanciato dal Rotary club di Manfredonia nell’ambito di “un service pensato per venire incontro alle esigenze di chi è costretto ad affrontare quotidiane difficoltà e merita l’attenzione di cittadini più fortunati”, spiega Giuseppe Borrelli presidente di Interact club Manfredonia.

“Più in particolare – aggiunge – abbiamo pensato di metterle a disposizione di persone prevalentemente provenienti da Paesi stranieri che risiedono in località Rignano-scalo. La bicicletta – rileva – rappresenta il mezzo di trasporto che consentirebbe loro di raggiungere il posto di lavoro evitando di sborsare quotidianamente denaro per il mezzo di trasporto dei padroncini magari non autorizzati”.

L’appello è rivolto a privati, scuole, associazioni, parrocchie che potranno contattare i seguenti numeri di cellulari di incaricati del Rotary che provvederanno a ritirare le biciclette offerte: 349.3344375; 348.2528791; 368.582928.

Potrebbe essere questa una buona occasione per la civica amministrazione di aderire ad progetto con finalità indubbiamente benefiche, offrendo in uso le biciclette del bike sharing, ovvero le biciclette pubbliche a noleggio rimaste là dove sono state posizionate ormai è un anno senza che, tranne poche eccezioni, siano state utilizzate o se adoperate la maggior parte non hanno fatto più ritorno alle loro sedi.      8945-che_cosa_manca

Le otto postazioni disseminate per la città fanno ormai patetica mostra di sé con le biciclette superstiti, delle 48 iniziali, più che parcheggiate, abbandonate e orami inservibili o quasi. I soliti vandali (ma si possono chiamare ancora così?) le hanno danneggiate e depredate, il resto lo ha fatto il sole, la pioggia e quant’altro di naturale. Chi si azzarderebbe a prelevarne una e ad avventurarsi per andare in giro? Una impresa rischiosa, in ogni caso. Per usufruire di quel servizio occorre sborsare 32 euro per avere la chiave di sblocco della bicicletta. Chiave che va prelevata presso il Comando della polizia municipale alquanto fuorimano. Ci pensate uno che da Siponto o da Monticchio volesse utilizzare quel mezzo pubblico? Fa prima ad andare a piedi.

Ma ammesso che riuscisse ad inforcare una bicicletta, deve affrontare il traffico cittadino che Dio ce ne liberi. Potrebbe optare per la meno trafficata Siponto e voler fare una pedalata tranquilla seguendo le indicazioni della pista ciclabile. Si accorgerebbe ben preso di essere finito in una trappola pericolosa.   Pista ciclabile di Siponto

Insomma quello che avrebbe dovuto essere un “servizio pubblico” si è rivelato un “pericolo pubblico”. Che nessuno dei responsabili della città (diretti o aggiunti), si preoccupa di porvi rimedio. La soluzione più ovvia, a questo punto, è quella di eliminare quello che (biciclette, pista ciclabile e segnali stradali relativi) è divenuto uno sconcio e un pericolo: tra l’altro danno una miserevole immagine di abbandono della città.

La storia potrebbe non finire qui: è infatti in arrivo, le postazioni sono già state istallate, il “Parkinbici” organizzato dal Parco nazionale del Gargano. In questo progetto il bike sharing è addirittura a valenza intercomunale. Che prospettiva avrà?    Postazione Parkinbici

Le situazioni descritte innanzi autorizzerebbero a ritenere che certe innovazioni di indubbie pratiche civili, non hanno patria a Manfredonia. Non crediamo sia così. In fatto è che non si può innestare un servizio oggettivamente valido, in un contesto privo di tutto quegli apparati che rendono quel servizio praticabile. Le facciate fittiziamente erette, finiscono per cadere automaticamente, come le maschere dopo il carnevale.

Michele Apollonio

 

 

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Commenti

  • Quando leggo articoli di questo tenore mi vergogno di essere manfredoniano.
    D’accordo che il servizio di bike sharing sia stato mal organizzato, ma non possiamo arrenderci e rinunciare ad innovazioni che rappresenterebbe un chiaro segnale di progresso e civiltà.

    Giorgio 20/05/2014 18:22 Rispondi
  • le bici piutosto le butteranno ma donarle mai.Bravo al giornalista che ha fatto una analisi precisa.

    matteo 20/05/2014 16:34 Rispondi
  • Caro Apollonio si informi
    la situazione è in via di sviluppo

    CATERINA 20/05/2014 9:58 Rispondi
    • Ma che vuoi sviluppare. A Manfredonia non si sviluppa mai niente, figuriamoci poi per ” il problema biciclette”. Il Comune farebbe bene, visto che non è capace di gestire un servizio che la gente non gradisce (anche per mancanza di luoghi idonei….come la pista ciclabile di Siponto), a disfarsi di quelle biciclette inservibili e donarle a chi ne ha bisogno.Libererebbe la strada anche da potenziali pericoli.

      fragreg 20/05/2014 17:24 Rispondi
  • Ogni scusa è buona per chiedere GRATIS al Comune,come se non ci fossero già spese e debiti.
    Siete un’associazione,un ente,una fondazione privata?
    Sovvenzionate da soli le vostre iniziative allora!
    L’assistenzialismo ha ridotto in cenere questa città!

    Antonio 20/05/2014 9:26 Rispondi
  • Facciamo letteralmente “SCHIFO” come popolazione.

    teofilo 20/05/2014 9:21 Rispondi

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