Venerdì 26 Aprile 2024

SI' del ministro Guidi al petrolio in mare, Introna: “La Puglia non ci sta”

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Il ministro dello sviluppo economico apre al petrolio in mare? “La Puglia non ci sta”. Non si fa attendere la risposta del Presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna, che ha subito scritto al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al ministro Federica Guidi, rilanciando la battaglia a difesa del mare e delle coste e chiedendo un incontro per ribadire la contrarietà ad ogni ipotesi di ricerca, perforazione e coltivazione di giacimenti petroliferi in Adriatico e Ionio. Nell’Assemblea generale di Confindustria, a Roma, la responsabile del dicastero allo sviluppo ha espresso un chiaro orientemento favorevole all’opzione idrocarburi in mare.
“Non possiamo rinunciare a riprendere le esplorazioni – ha detto testualmente, come si legge nel suo intervento, riprodotto nel sito del Ministero – per arrivare a una bolletta energetica più leggera e sostenibile… Non va sacrificata la piena sicurezza ambientale… Ma non possiamo neanche permettere che intransigenze ambientaliste o resistenze locali blocchino esigenze nazionali di questa portata”. Un SI’ al petrolio, che ha suscitato la reazione di Introna.
Nella nota inviata al Governo nazionale, il presidente del Consiglio regionale pugliese ha ribadito “con forza il deciso, unitario, reiterato NO della Puglia, in coerenza con la netta opposizione dei Consigli regionali d’Italia alla ricerca di petrolio e gas nella piattaforma continentale marina”. Introna ha ricordato le proposte di legge alle Camere, per vietare la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi nelle acque dell’Adriatico, approvate da cinque Assemblee regionali: Puglia nel luglio 2011, Veneto, Abruzzo, Molise nel 2012. Quella delle Marche, del marzo 2013, è all’esame del Parlamento. “Facendomi ancora una volta interprete della volontà comune dei Consigli regionali proponenti, rinnovo il dissenso nei confronti di qualsiasi intervento che possa compromettere l’integrità e la salute ambientale dei nostri mari e delle nostre coste”, ha insistito Onofrio Introna. Ha citato, inoltre, gli ordini del giorno unitari dell’organismo nazionale dei presidenti dei Parlamenti regionali e il documento finale della Conferenza internazionale dell’Adriatico (Venezia, 9 novembre 2012).
Per un confronto sul tema e “per esporre le ragioni della battaglia a tutela dei mari dal rischio petrolio”, il presidente del Consiglio pugliese ha invitato il ministro Guidi ad un incontro a Bari o in altra sede. Le ragioni dei bilanci, del resto, si scontrano con una facile obiezione: per sanare anche i più ovvi effetti collaterali di questa corsa alle risorse da fonti inquinanti, serviranno altre risorse finanziarie. Alla fine, quanto avrà guadagnato il Paese?

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