Giovedì 25 Aprile 2024

M5S: Piano di riordino non condiviso, nostre proposte nel Forum della salute

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“Un Piano di riordino che il presidente Emiliano non avrebbe mai dovuto firmare”. Negativo su tutta la linea il giudizio espresso dal Movimento 5 stelle nel corso della conferenza stampa sul tema alla quale sono intervenuti  i consiglieri regionali Mario Conca, Marco Galante, Antonella Laricchia, Grazia Di Bari, Cristian Casili e Gianluca Bozzetti. Tutti hanno stigmatizzato la scelta del governatore pugliese di non impugnare il DM 70 relativamente al blocco assunzionale imposto alla Regione nel 2004, e di non essersi opposto “alla sottoscrizione dei costi standard che di fatto hanno escluso i parametri relativi all’anzianità media e al costo del personale. Questo, probabilmente, per assecondare la volontà di alcuni presidenti delle regioni settentrionali, da tenere come alleati in vista delle prossime elezioni politiche”.


Tra le obiezioni sollevate da Conca e Galante, in primis quella che il Piano sia stato elaborato sulla base di dati finanziari e non sulle esigenze del territorio – cioè sui dati epidemiologici – e che a fronte della chiusura di numerose strutture, non preveda il potenziamento dell’assistenza territoriale. “Emiliano parla di concentrare gli ospedali per aumentarne l’efficienza, ma chiudere i presidi senza rafforzare i punti di primo intervento, significa non fare i contri con il fatto che in situazioni di emergenza la vita di una persona possa dipendere dalla distanza che la separa dal punto di assistenza più vicino”. Un piano “cristallizzato sugli errori del passato, che la Giunta regionale non ha condiviso con i territori e che non fornisce indicazioni su tempi e modi di attuazione”. E in cui, secondo i pentastellati, permangono inoltre gli squilibri territoriali: “un esempio per tutti, la presenza nella sola città di Bari di sette emodinamiche, mentre nessuna è prevista per il nuovo ospedale della Murgia che serve un bacino di ben 200mila abitanti”.

Pertanto il M5S sollecita  Emiliano ad intervenire in difesa del diritto alla salute dei pugliesi e a garanzia di un’assistenza adeguata: “La Puglia – ricordano i consiglieri – paga ancora lo scotto della legge Tremonti risalente al 2004, e nonostante oggi abbia una popolazione superiore a quella della Toscana e pari a quellla dell’Emilia Romagna, si vede riconosciuti molti meno fondi e può contare su un numero di operatori sanitari tra medici e infermieri, molto più basso”.

Da qui la proposta dei 5 stelle: “Organizzeremo nelle prossime settimane un Forum della salute al quale saranno invitati medici, infermieri, associazioni di categoria, sindacati e addetti ai lavori per aiutarci ad elaborare le proposte da sottoporre all’attenzione del Consiglio e progettare insieme il futuro della sanità pugliese”.

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