Mercoledì 24 Aprile 2024

Le sabbie scure del golfo di Manfredonia raccontano la storia di un Vulcano… che ormai non c’è più

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Il golfo di Manfredonia è un’ampia insenatura che caratterizza in modo straordinario non solo la costa adriatica ma l’Italia tutta. Disegnando lo sperone garganico, infatti, il golfo sipontino conferisce al “Tacco d’Italia” un particolare ed inconfondibile profilo. Il golfo che si apre davanti alla nostra città abbraccia un vasto territorio costiero che si muove da Barletta (imboccatura sud del golfo) fino a Vieste (estremo nord). Un panorama costiero caratterizzato dalle basse coste sabbiose, a sud di Manfredonia, e da una spettacolare costa rocciosa con strapiombi sul mare, man mano che si procede verso la ‘testa’ del Gargano. Se la caratteristica, e spesso ‘dimenticata’ spiaggia Diomede, nel cuore della città di Manfredonia, è caratterizzata da una sabbia candida, bianca, bianchissima, non si può dire lo stesso per le spiagge che si muovono a sud della città. Dal fiume Candelaro, che segna il confine tra Gargano e Tavoliere delle Puglie, si apre una lunghissima lingua di sabbia dal caratteristico colore ‘scuro’, in alcuni tratti nero, che giunge fino alla città di Barletta. Qualche giorno fa sulla testata glocale “Bari-e.it” è stato pubblicato un interessantissimo articolo, a firma di Daniela Valentino, nel quale si spiega che le sabbie nere dei litorali a sud del golfo di Manfredonia, spesso scambiate per conseguenze di inquinamento da catrame, sono, in realtà, riconducibili a minerali provenienti dai depositi vulcanici prodotti dall’attività vulcanica del Monte Vulture, situato nel nord della regione Basilicata. L’articolo viene corredato dall’intervento del geologo Antonello Fiore che spiega che il monte Vulture, noto soprattutto per i laghi di Monticchio, per le acque minerali che consumiamo quotidianamente sulle nostre tavole e per il pregiato vino Aglianico del Vulture, è, in realtà, un vulcano spento da oltre 140.000 anni. Le sabbie di colore scuro sarebbero quindi l’antico risultato dell’attività eruttiva del vulcano. Le correnti, inoltre, avrebbero spinto il materiale derivato dalla disgregazione delle rocce di origine magmatica, fino all’area salentina nei pressi di Otranto. Le sabbie nere, ricche di ferro, sin dall’Antichità sono considerate un naturale rimedio contro reumatismi, artrosi, osteoporosi, infiammazioni polmonari e determinate allergie. Il golfo di Manfredonia, rappresenta davvero un inesauribile scrigno di bellezze e di ‘storie’ sempre diverse e sempre da raccontare. Storie che il popolo sipontino dovrebbe imparare a scoprire e custodire nel migliore dei modi.

di Giovanni Gatta

Foto Pasquale di Bari

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Ambiente · News

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