Venerdì 26 Aprile 2024

Quattro investimenti da considerare per la propria pensione

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Sono tanti i trader che hanno come obiettivo quello di investire sui mercati finanziari al fine di ricevere un flusso di denaro stabile che possa, un domani, integrare il proprio reddito da pensione.

Non è mai troppo presto per iniziare a preoccuparsi della questione, è dunque fondamentale definire un piano preciso di investimento insieme al proprio broker in modo tale da non farsi trovare impreparati di fronte alle tante occasioni (e alle innumerevoli trappole) offerte dal mercato.

Ma come tutelarsi dai forti sbalzi ricorrenti dei mercati? Come proteggersi dalla minaccia silenziosa dell’inflazione? Esiste un settore particolarmente sicuro sul quale investire per il futuro?

Questi sono tutti ottimi quesiti che trovano risposta in questo articolo.

La regola d’oro dei bond

Il mercato obbligazionario offre, rispetto a quello azionario, una maggiore stabilità (escludendo casi particolari) che ogni trader interessato a mettere da parte un buon reddito per la pensione dovrebbe valutare per il proprio portafoglio.

La regola d’oro nota agli operatori del settore è quella di investire una percentuale del proprio portafoglio pari alla propria età anagrafica in bond, riservando la quota rimanente per mercati meno stabili (ad esempio un 35enne dovrebbe investire, secondo questo principio, il 35% del proprio portafoglio nel mercato obbligazionario ed il 65% in altri strumenti).

Detto questo, risulta molto importante cercare di individuare i bond più adatti alle nostre aspettative di reddito ed alla nostra tolleranza al rischio. Di norma, il rendimento di un bond è tanto più elevato quanto è maggiore il rischio che il mercato associa all’investimento in questione.

È chiaro, dunque, che in questo caso ci si trova di fronte ad un trade-off molto chiaro:

  •       Investire ad un tasso di rendimento maggiore, accettando un rischio superiore di non vedere rimborsato il proprio investimento iniziale
  •       Investire ad un tasso di rendimento inferiore in modo da limitare il rischio di mercato, rinunciando ad una parte importante di guadagno

La scelta tra i due scenari non è affatto banale, ed è oggetto di studio e ricerca da parte di vari esperti di diversi settori, dall’economia comportamentale alla finanza quantitativa.

La ricerca di una forma di protezione dall’inflazione

Sebbene la crisi del 2008 ed i suoi drammatici risvolti abbiano allontanato il timore dell’inflazione – ricordando al Mondo quanto anche la deflazione possa avere conseguenze negative – è giusto trattare in questa sede il tema della protezione dall’inflazione, vista la sua ciclica ricorrenza nella Storia economica.

L’inflazione consiste nell’aumento generalizzato del livello dei prezzi all’interno di un’economia, operazione che comporta una perdita del valore di acquisto della moneta impiegata nella stessa economia in questione.

Tra le tante conseguenze, l’inflazione ha effetti diretti anche sui mercati finanziari naturalmente. Tante volte i trader meno esperti dimenticano di valutare l’impatto dell’inflazione sui propri guadagni da trading. Se un investimento ha fruttato in un anno il 3%, ma l’inflazione in un’economia è stata pari al 5% annuo, il guadagno nominale del 3% del trader si trasformerà in una perdita reale del 2%.

Vi sono diversi modi di tutelarsi dall’inflazione tramite investimenti ad hoc, vediamo insieme un paio di esempi:

  •       Beni “rifugio”: sono rappresentati da quelle materie prime il cui prezzo di norma è stabile e cresce quando i mercati sono colpiti dal timore dell’inflazione. L’esempio più noto di questa categoria è, ad oggi, rappresentato dal prezzo dell’oro, ed è una peculiarità comune nel mercato dei metalli preziosi
  •       Bond legati all’inflazione: riprendendo il tema dei mercati obbligazionari proposti nel paragrafo precedente, meritano una menzione d’onore i titoli obbligazionari il cui rendimento è legato per contratto all’andamento dell’inflazione in un determinato Paese. Anche questa è un’ottima opzione da valutare per tutelarsi dall’aumento generalizzato dei prezzi

La green economy

Sebbene sia davvero difficile trovare sui mercati azionari un investimento con elevatissime probabilità di risultare redditizio in futuro, quello della green economy è probabilmente un’eccezione che merita di essere valutata.

L’intuizione è semplice: l’opinione degli esperti è che questi siano gli ultimi decenni utili per modificare radicalmente il nostro stile di vita – dalle grandi aziende ai singoli cittadini – per evitare un tragico futuro per tutti.

In questo caso, dunque, è inevitabile (ed è proprio quello che sta accadendo) che i Governi dedichino enormi risorse agli investimenti pro-ambiente, con un’evidente proliferazione di nuove aziende attive nel settore.

Di fronte a questo scenario, è dunque piuttosto semplice attendersi un flusso di denaro in crescita verso le aziende del settore, con un’evidente occasione da non perdere per il trader interessato a costruire il proprio reddito da pensione senza troppe preoccupazioni.

Uscendo dal mercato azionario, risulta essere molto interessante il recentissimo trend dei titoli obbligazionari ambientali. Molte aziende emettono bond sul mercato legati al raggiungimento di un determinato target ambientale (quale ad esempio il livello di emissioni di CO2 in un anno). Se l’obiettivo non dovesse essere raggiunto, la cedola pagata agli investitori sarà superiore a quella inizialmente pattuita.

Investire senza perdere il senso dell’orientamento sui mercati

La linea guida migliore che si può dare ad un investitore interessato a crearsi il proprio reddito da pensione è quello di diffidare del mito di chi sostiene di fare trading senza osservare l’andamento quotidiano dei mercati.

Sarebbe bello poter investire una somma di denaro senza monitorare l’andamento dell’investimento e riprendere i propri soldi dopo qualche anno. Questo può sicuramente succedere, ma necessiteremo di molta fortuna per riuscire a guadagnare denaro in maniera consistente con un approccio simile.

Dal momento che gli eventi catastrofici inattesi accadono – parliamo dei cosiddetti cigni neri che hanno reso famoso il matematico e scrittore Taleb – non monitorare l’andamento giornaliero dei propri investimenti è un lusso che non possiamo concederci spesso.

Se da un lato, quindi, risulta essere fondamentale non trascurare eccessivamente i mercati finanziari, risulta utile anche, dall’altro lato, la necessità di non cedere alla tentazione del monitoraggio ossessivo.

Chiediamoci, ad esempio, quante volte al giorno abbiamo tendenza a guardare – tramite smartphone, PC o altro – l’andamento dei nostri investimenti sui mercati. Non è sano vivere con questa compulsione, ed è bene trovare il giusto equilibrio tra i due scenari sopra descritti.

Il corretto equilibrio ed una strategia diversificata tra mercato obbligazionario/azionario, investimenti green ed operazioni di tutela contro l’inflazione porteranno il trader a costruire, passo dopo passo, il tanto agognato reddito da pensione.

 

Articolo presente in:
Dal Mondo

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