Venerdì 26 Aprile 2024

Quell’oggetto misterioso del treno-tram

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Sarà inserito nel Piano regionale della mobilità 2030

RIECCO il treno-tram. Di quando in quando riappare all’orizzonte della scena politica per riaprire ormai vecchie e logore discussioni che non sono approdate e nulla di concreto. Tanto parlare, accennare a soluzioni, ma niente di deciso. Ogni volta si è punto e accapo. Tutto rimane fermo, immobile.

DEL TRENO-TRAM se n’è fatta una bandiera ormai consunta che è stata usata per ora osannare quel progetto e ora per deprecarlo, a seconda dei venticelli politici che hanno ispirato e motivato i protagonisti del momento. Un progetto definito in ogni particolare e con una dote di cinquanta milioni di euro che faceva ritenere che potesse lì lì essere realizzato. Questo accadeva almeno una quindicina di anni fa. Nel frattempo si è trovato il modo di spendere un paio di milioni per la costruzione della “Manfredonia Ovest”, impropriamente chiamata stazione ferroviaria ma in realtà è solo una grande pensilina priva pertanto di quei servizi propri di una stazione ferroviaria con l’aggravante di trovarsi in aperta campagna a un paio di chilometri dall’abitato più vicino che è Siponto.

AD UN CERTO punto chi avrebbe dovuto decidere sul da farsi ha optato per il “Bus Rapid Train”, vale a dire l’autobus in vece del treno, con i maggiorenti locali allineati impegnati a tessere le lodi degli autobus e sostenere il ripudio del treno. Un drastico e irrazionale cambiamento di fronte. Un controsenso storico e al tempo stesso una antitesi prospettica. La tratta ferroviaria che congiunge il mare al retroterra provinciale, trattata alla stregua del contratto d’area, prima osannato e poi ignorato. Il treno ridotto ad una attrazione turistica estiva. A supportare l’idea nefasta del BRT non ragioni tecniche e ambientali (anzi) bensì il miraggio di quella dote di 50 milioni di euro che ad ogni costo si vorrebbero spendere a prescindere della utilità operativa del sostanzioso investimento.

DA QUALCHE giorno il treno-tram è ritornato all’attenzione generale. Promotore il sindaco di Manfredonia, Gianni Rotice, si è tenuta alla Regione Puglia un incontro con l’assessore ai trasporti Anita Maurodinoia, allargato ai rappresentanti istituzionali della Provincia di Foggia e del Comune di Foggia, dal quale è scaturita la promessa che il progetto treno-tram sarà inserito nell’aggiornamento del Piano regionale della mobilità 2030 la cui adozione è prevista entro un mese. Un mese passa veloce: si vedrà. Intanto si tessono lodi e vantaggi dell’ormai “santo” treno-tram.

NODO fondamentale da risolvere la cessione dell’intera cospicua area di proprietà della RFI cioè delle Ferrovie dello Stato. Che se vorrà fare di quell’area che si estende da Siponto a Manfredonia e fa da cuscinetto tra il fronte mare e l’abitato di Manfredonia? La dizione corrente è quella della sua “riqualificazione urbana”, che vuol dire tutto e niente. Non è un mistero che su quell’area ci sono mire a dir poco strepitose nel solco della tradizione manfredoniana che ha riempito di cemento ogni suo angolo. Manfredonia difetta di tante cose la cui presenza riqualificherebbe la città da un punto di vista culturale, ambientale, urbanistico. Una indagine popolare di qualche tempo fa segnalò un teatro e un parco pubblico. Poterebbe essere l’opportunità giusta per colmare disattenzioni ormai storiche cui porre attenzione.

MA LA PRESENZA di una tratta ferroviaria ben attrezzata (elettrificata) e ben curata può ben essere un valore aggiunto, una struttura di progresso civile ed economico. E su questo versante Manfredonia avrebbe moto da offrire.

  Michele Apollonio

 

 

 

 

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