Sabato 27 Aprile 2024

Il territorio compatto dice no ad Energas

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IL MOTIVO della convocazione d’urgenza del consiglio comunale per discutere della problematica Energas, lo ha spiegato lo stesso sindaco Gianni Rotice in apertura di seduta allargata ai parlamentari nazionali ed europei, ai rappresentanti della Regione Puglia, e per questo svoltasi in via eccezionale all’auditorium “Serricchio” del Palazzo dei Celestini. Più che un consiglio, un convegno. «Nel corso dell’incontro del 4 scorso alla Presidenza del consiglio – ha ricordato – ho avuto la netta sensazione dall’atteggiamento dei funzionari che avevamo difronte, che avessero già un orientamento da dare alla questione che sarebbe stata sottoposta all’attenzione del Consiglio dei ministri. Un atteggiamento che mi ha preoccupato anche perché non era stato dato alcun termine per il pronunciamento del Consiglio dei ministri. Di qui la mia ansia di rendere partecipe l’assemblea consiliare e le rappresentanze istituzionali del territorio».
LA RISPOSTA è stata corale e partecipe. Tra gli ospiti erano presenti: per la Provincia di Foggia Liliana Rinaldi; per la Regione Giannicola De Leonardis, Giandiego Gatta, Rosa Barone, Paolo Campo; per i parlamentari Michele Bordo, Maria Luisa Faro, Giorgio Lo Vecchio, Antonio Tasso; l’europarlamentare Mario Furore; tre gli assenti tra i consiglieri.
AD APRIRE la serie degli interventi, una ventina, è stato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, intercettato via telefono. Ha confermato che sarà presente al Consiglio dei ministri allorquando si discuterà di Energas per il quale ha ribadito con fermezza la posizione contraria della Regione a quel progetto «che non c’entra nulla con i problemi energetici contingenti» ha aggiunto sgomberando il campo dai timori, più volte richiamati nel corso del dibattito, emersi in conseguenza del conflitto Russia-Ucraina.
L’ARGOMENTO Energas e l’interesse per quel progetto che ha disturbato i sonni dei manfredoniani, è nell’agenda di Manfredonia almeno da una ventina di anni nel corso dei quali sono state manifestate tutte le misure per dichiarare la contrarietà a quell’impianto che avrebbe portato sulle sponde e sul mare del golfo un potenziale pericolo definito “rilevante”. Un ospite indesiderato contro il quale si è levata la mobilitazione generale portata avanti dalle associazioni ambientaliste cui si sono andate unendo le varie istituzioni a vario titolo coinvolte nel procedimento autorizzativo. La popolazione memore delle vicende Enichem peraltro non estinte e tanto meno dimenticate, ha alzato imperterrita le barricate. I NO sono stati ripetutamente gridati, sanciti altresì con un referendum popolare.
INTANTO le autorità di competenza (ministeri, vigili del fuoco, esperti, soprintendenze eccetera) discutevano passando al microscopio tecnico-legislativo ogni minimo cavillo. Fino al 4 marzo scorso quando l’ultimo velo è caduto e la questione è passata di competenza della politica.
LA DISCUSSIONE dipanatasi nell’assemblea consiliare presieduta da Giovanni Sventurato, ha sviscerato ancora una volta (sono intervenuti pressoché tutti i presenti), i vari e diversi aspetti della questione. Una grande orchestra con un’unica partitura “No Energas”. Sono stati evidenziati con dovizia di accorgimenti e di particolari, gli aspetti tecnici, legali, culturali, ambientali, umani per arrivare alla conclusione che occorre portare la questione direttamente al presidente Draghi. Sono stati pertanto impegnati i parlamentari non solo del luogo ad attivarsi «prima che sia troppo tardi». Nel contempo i consiglieri alla unanimità hanno approvato la “Mozione di contrarietà al deposito Energas” del popolo sipontino.
Michele Apollonio
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