Giovedì 25 Aprile 2024

Il pompiere Michele: il mito nato dal fuoco

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Alle ore 17.40 di giovedì 17 maggio 1984 giorno di San Pasquale, un suono lugubre della sirena di allarme antincendio squarcia il silenzio che regnava nella caserma dei Vigili del Fuoco dello stabilimento petrolchimico ANIC-SCD nella piana di Macchia di Monte Sant’Angelo alle porte di Manfredonia, alcuni errori ritardarono il nostro intervento e quando arrivammo, le fiamme avevano ormai invaso l’intero reparto con fiamme alte fino a 100 metri accompagnate da forti boati provocati dallo scoppio di bombole di Acetilene presenti in reparto che sfioravano i nostri corpi e fu un vero miracolo se non ci colpirono. Noncurante dei rischi del fuoco distruttivo, continuammo l’opera di spegnimento. In quei concitati attimi mi resi conto dell’imminente pericolo costituito da 3 serbatoi (Sigari) lambiti dalle fiamme, contenenti ciascuno 10 metri cubi di Cloro (CL) una micidiale sostanza chimica che una volta inalata a contatto con l’umidità delle prime vie aeree avrebbe provocato la morte improvvisa nostra e di tutte le persone intervenute per affrontare l’emergenza tra cui 30 Vigili del Fuoco aziendali di cui svolgevo mansioni di Capo Turno, 33 Vigli del Fuoco accorsi dal Comando Provinciale dei VVF di Foggia, 20 VVF dell’Aeronautica Militare di Amendola e tutto il personale del reparto Caprolattame interessato dall’incendio, con grande prontezza di riflessi feci posizionare 5 cannoni che erogavano getti di acqua nebulizzata a pressione sui sigari di cloro allo scopo di raffreddarli dal calore radiante per evitare che scoppiassero e provocassero una catastrofe di notevoli dimensioni che avrebbe anche interessato gli abitanti della vicinissima città di Manfredonia. Fu così che il gesto coraggioso del pompiere Michele Guerra e dei suoi valorosi Vigili del Fuoco, salvarono molte vite umane da morte certa.
All’interno del Museo Michele Guerra, l’artefice di quel prodigioso salvataggio, racconta con profonda emozione quel drammatico evento mostrandoci l’accappatoio gelosamente custodito in museo che gli fu dato quella sera a fine intervento dalla Direzione di Stabilimento.
Questa è la storia del Pompiere Michele.
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