Domenica 28 Aprile 2024

Quando ebbe inizio la Festa Patronale?

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FRA le polemiche sorte in questa piuttosto agitata vigilia della Festa Patronale 2022, c’è stata anche quella riferita al numero di serie di quella che è divenuta la Festa grande per antonomasia di Manfredonia dedicata a Maria SS. di Siponto. Al numero riportato oggi ci sarebbe infatti da sottrarre i due anni precedenti nei quali la Festa non c’è stata a causa della pandemia da Covid 19.

UNO stop per forza maggiore, la pandemia appunto. La medesima causa che diede l’avvio ai festeggiamenti organizzati, l’epidemia colerica che devastò nel 1840-41 l’area napoletana fino a Manfredonia ove i morti furono oltre 400. Il canonico Silvestro Mastrobuoni (1889-1966) storico della Chiesa sipontina, ha stabilito in quell’anno l’inizio della Festa Patronale di Manfredonia. Per diversi anni si è tenuta a settembre prima di essere definitivamente fissata alla data che ancora oggi si celebra.

QUESTA 2022 porterebbe pertanto il numero di serie 182 o 183. Un dettaglio che conta poco o niente in un contesto in cui le varianti anche sostanziali si sono susseguite a ritmo costante seguendo l’evolvere dei tempi e dunque delle tendenze, dei costumi e delle innovazioni tecniche. È il divenire dell’umanità contrassegnato anche da queste manifestazioni cittadine ancorché legate ad una fede, un sentimento che rimangono immutabili, sono anzi i riferimenti di base che misurano le evoluzioni (ma anche le involuzioni).

UNA delle date chiave di questa storia affascinante è quella del 1327 allorquando il capitolo metropolitano sipontino si trasferì nella nuova cattedrale di Manfredonia dedicata al suo protettore “storico” San Lorenzo Majorano. Il quadro della Madonna rimase a Siponto, nell’antica sede episcopale come «a tutela di una civiltà che non tramonta, ma che parla ai secoli futuri con monumenti di arte e di fede» annotava Mastrobuoni. Con la sacra Icona rimase a Siponto, nella sontuosa cripta, la statua lignea della Madonna, detta la Sipontina.

QUEL santuario, preziosa vestigia di una città gloriosa che scompariva tutt’intorno, è rimasta la meta della fede dei manfredoniani che vi si recavano in pellegrinaggio. Nell’occasione della Festa l’arcivescovo col clero e il popolo raggiungevano la basilica di Siponto e in processione scortavano la Madonna in Cattedrale. Stesso cerimoniale per riportarla nella sua sede sipontina. Una “tradizione” interrottasi nel 1973 quando l’arcivescovo Valentino Vailati (1914-1988) trasferì, per ragioni di scurezza, tanto il Quadro quanto la statua nella cattedrale di Manfredonia riservando loro due cappelle appositamente allestite. E sempre per preservare l’integrità del sacro Tavolo bisognevole di approfonditi restauri, l’arcivescovo D’Ambrosio decise nel 2002 di portare in processione una copia della Icona della Madonna. E arriviamo ai giorni nostri quando per ragioni sanitarie al Festa non si è tenuta per due anni e la Madonna è rimasta al sicuro in Cattedrale.

TUTTO sommato aggiustamenti nel solco della fede e delle celebrazioni liturgiche nel scia dell’intoccato culto della Madonna di Siponto che si manifesta in tutta la sua potenza nella misericordiosa processione della icona della Madre di Dio. È il momento più drammaticamente atteso e vissuto dell’intero anno anche da chi non è di quella specifica fede. Tutta la città, o accompagnandola salmodiando o aspettandola sull’uscio di casa, è pervasa da un sentimento magico, che travalica le dimensioni del reale.

LA PROCESSONE torna a incontrare la gente dopo due anni terribili per la città e i cittadini eredi di altri anni deprimenti. C’è stato un decadimento complessivo che si è riverberato anche su alcuni aspetti della Festa. Occorre un vero e radicale cambiamento nei sentimenti e nei propositi di tutti nel nome della santa Protettrice.

  Michele Apollonio

 

 

 

 

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