Mercoledì 8 Maggio 2024

I danni per effetto dell’abuso di internet: se n’è parlato a Manfredonia

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Tra i molteplici dibattiti organizzati dalle sezioni Ammi – Donne per la Salute, sul tema nazionale “Influenza dei social media sui processi cognitivi del cervello e delle relazioni umane”, ha destato grande interesse l’incontro del 19 novembre scorso promosso dalle ‘ammine’ di Manfredonia con relatori il dottor Michele Germano, neuropsichiatra infantile, e Michele Illiceto, insegnante di folosofia presso il liceo classico A. Moro e docente della Facoltà Teologica Pugliese.

Ha introdotto i lavori la presidente Ammi Manfredonia, Maria Antonieta Totta, affiancata dalla presidente nazionale Michela D’Errico alla quale sono state affidate le conclusioni.

Sui danni da abuso di internet pesa una certificazione medico-scientifica che non lascia spazio a dubbi: genera dipendenza e può ripercuotersi, in maniera più o meno grave e duratura, sullo stato di salute dell’individuo fin dalla prima infanzia poiché l’accesso ai dispositivi digitali consentito ai bambini è sempre più precoce e concorre ad abbassare drammaticamente l’età delle persone che ne possono risentire a livello fisico, psichico, psicologico e mentale. Gli studi hanno confermato riduzione della capacità di memoria e di attenzione, problemi di apprendimento, insorgenza di ansia, stress e disturbi del sonno a causa dell’elevato e inappropriato numero di ore trascorse nella giornata davanti al pc, tablet o cellulare.

L’Italia è allineata alla media mondiale che è di quasi 7, di cui 2 ore e 27 minuti dedicate ai social: “un termine che per definizione -ha sottolineato il dr. Germano –  dovrebbe identificare un luogo favorevole alle relazioni ma che nella realtà aumenta l’isolamento e il senso di inadeguatezza”.

Secondo alcune stime, oscilla tra il 5 e il 10%  la media dei fruitori di internet colpiti da un disturbo psichiatrico indicato con l’acronimo IAD (Internet Addiction Disorder). Per questi soggetti staccarsi dalla rete può comportare crisi simili a quelle per astinenza dei tossicodipendenti; le scansioni cui vengono sottoposte tali persone confermano la presenza di danni nelle stesse aree del cervello di chi abusa di droghe.

“Internet è frutto del genio umano ma sta all’intelligenza umana servirsene senza diventare schiavi” ha detto Illiceto. “I social offrono relazioni a basso costo mentre nella vita reale si costruiscono: con dolore, perché senza dolore non si cresce. Internet non abitua a pensare per dare risposte non preconfezionate. Su internet non devi dar conto a nessuno, puoi trasgredire senza paura di essere rimproverato: internet ti accarezza, il mondo reale ti fa a pezzi. Internet è vetrinizzazione dell’io, è schiavitù, è un mare in cui dobbiamo saper navigare e non naufragare”.

Due gli interventi dalla sala. Il pediatra Pasquale Conoscitore che, attraverso gli esempi del Centro per la salute del bambino, istituito a Trieste nel 1999 su iniziativa di un gruppo di operatori dell’infanzia con  la mission di garantire a tutte le bambine e i bammbini uguali opportunità di sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale fin dalla nascita, e il Book Trust, ha richiamato l’impegno congiunto a ri-diffondere buone pratiche (lettura, musica, gioco) e ad accompagnare i piccolo all’uso corretto e controllato delle nuove tecnologie.

Per l’ex parlamentare Antonio Tasso “non si può negare che grazie ai notevoli progressi della tecnologia, durante la pandemia ad esempio, si è potuto mantenere rapporti lavorativi e sociali. Ma, come sempre accade quando si eccede, ogni abuso diventa deleterio. E’ compito della famiglia e degli educatori vigilare sugli utenti più giovani e fragili, per quanto non facile”.

“Ogni nostra attività – ha detto la presidente D’Errico – è orientata a divulgazione e approfondimento dei temi di carattere medico-scientifico, all’educazione, alla prevenzione sanitaria e al rispetto dell’ambiente L’Ammi – Donne per la salute organizza corsi di aggiornamento, sostiene iniziative a tutela delle classi disagiate ed ha una particolare attenzione verso i giovani che vengono coinvolti e sensibilizzati anche attraverso un concorso letterario e una borsa di studio di 10mila euro all’anno per progetti di ricerca sulla mediciina di genere non diversamente finanziati. Sono fiduciosa -ha concluso – che l’Ammi possa govdere di una sempre maggore e proficua collaborazione con le istituzioni e gli enti che trattano argomenti affini ai nostri scopi associativi”.

Annamaria Vitulano

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