Giovedì 25 Aprile 2024

Una manifestazione autoreferenziale e mal gestita

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LA PROVA della piazza ha dato ragione a quanti – la gran parte della popolazione, esponenti politici, sindacali, eccetera compresi – ritenevano del tutto inutile la

chiamata a raccolta del popolo sipontino nelle sue diversificate articolazioni a cominciare dalle scuole, lanciata dal sindaco Gianni Rotice per dire “no” ad Energas. Sarebbe stato, come è risultato, l’ennesimo doppione di manifestazioni con eguale finalità ma indette e realizzate a fronte di specifiche ragioni contingenti da controbattere.

NEGLI OLTRE vent’anni di storia di questo problema riguardante la realizzazione di un deposito di Gpl ai margini della città, è stato detto e fatto di tutto e di più: sono state organizzate manifestazioni pubbliche a bizzeffe; c’è stato anche un referendum cittadino chiaro e deciso; sono state prodotte centinaia di relazioni riguardanti i vari e svariati aspetti del progetto; riempiti fogli di firme di petizioni popolari; riunioni di consigli comunali monotematici sull’argomento; spedizioni a Roma presso i ministeri per sostenere le ragioni della città. Insomma si è andati ben oltre i più ricercati e sofisticati cavilli per mettere sul tavolo delle decisioni una questione che è stata menata troppo per le lunghe e che pertanto l’ora delle decisioni è passata da tempo per “giocare” ancora con le adunate di piazza.

COME appunto quella pretesa da sindaco Rotice nel giorno di San Valentino. Che si è ritrovato con le rappresentanze delle associazioni culturali e ambientaliste costantemente in trincea, alcuni gruppi di studenti in vacanza autorizzata, disoccupati vogliosi di far qualcosa, alcuni tra assessori e consiglieri di maggioranza (anche di minoranza come osservatori). Presente il presidente di Camera commercio Foggia, il sipontino Damiano Gelsomino. Discorso a parte merita il buon arcivescovo padre Moscone, da tre anni a Manfredonia con tanta voglia e impegno pastorale di partecipare alla vita cittadina e dare la testimonianza personale e della Chiesa che rappresenta, alla ripresa della città.

DAL PALCHETTO improvvisato in Piazza del Popolo, ci si aspettava che il sindaco Rotice annunciasse confortevoli notizie in risposta alle “continue interlocuzioni con i ministri” e alle “andate” a Roma, si è invece limitato a ribadire il no ad Energas. Non meno novità positive sono venute dall’on Giandiego Gatta che si è limitato ad affidare ad un biglietto la notizia di aver «inoltrato la documentazione più significativa a sostegno delle ragioni del no all’impianto».

UNA MANIFESTAZIONE complessivamente modesta, più autoreferenziale (il “Laboratorio delle idee”: «No ad Energas e a passerelle politiche»; Tommaso Rinaldi: «poco più di una processione di san Lorenzo in ritardo»), non certo rappresentativa della città, non paragonabile a nessuna delle adunate passate e che pertanto non ha aggiunto nulla di più a quello che già sanno in alto loco. È anzi opinione diffusa che ha nociuto alla causa che porta avanti Manfredonia: non si vorrebbe – è il timore espresso – che negli ambienti governativi si pensasse che la città, i manfredoniani, abbiano mollato. È il pericolo che corre Manfredonia priva di una dirigenza istituzionale autorevole.

  Michele Apollonio

 

 

 

 

 

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