Domenica 28 Aprile 2024

Manfredonia: il porto dei desideri

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Da almeno mezzo secolo fanno imponente mostra di sé tanto da essere considerati uno dei riferimenti straordinari del panorama marittimo di Manfredonia. Sono i famosi “Nastri trasportatori” montati sul molo Alti fondali, detto anche “porto industriale”: corrono lungo tutta la struttura del porto sospesa su palafitte d’acciaio, dalla “passerella” che congiunge il retroporto fino alle banchine del bacino portuale. Complessivamente circa tre chilometri. Un complesso sistema di nastri su rulli con la funzione di trasportare merci alla rinfusa dalla banchina, scaricate dalle navi mercantili, a terra per essere riversate sui camion o sui vagoni ferroviari. Non sono mai stati azionati, non sono stati neanche collaudati, non sono mai stati utilizzati. E non lo saranno mai più. Va detto che quei nastri furono progettati e realizzati per conto di Enel che doveva costruire una centrale elettrica ai margini dell’area Enichem che concesse trenta ettari della sua area. La centrale non fu mai costruita essenzialmente per ragioni geologiche: il suolo sul quale doveva sorgere poggiava su delle caverne che non rendevano sicura la costruzione. Rimasero i nastri trasportatori che acquistarono notorietà come “nastri d’oro” per una storia di tangenti e per una lunga vicenda giudiziaria con la ditta costruttrice dell’impianto. Ora sarà tutto cancellato. Quella lunga barriera d’acciaio che i raggi solari rende iridescente, è destinata ad essere demolita. Il presidente dell’Autorità del sistema portuale del mare Adriatico meridionale del quale il porto di Manfredonia fa parte assieme a Bari, Brindisi, Monopoli, Barletta e Termoli, è intenzionato a eliminarli, a liberare il porto di un orpello di nessuna utilità, è anzi di ostacolo a parte delle banchine del bacino portuale. «Entro questa estate firmerò il provvedimento di demolizione di quella struttura di nessuna utilità ma che per tanti aspetti ostacola il funzionamento del porto» ha sancito Ugo Patroni Griffi intervenendo al meeting sulla portualità di Manfredonia, organizzato dal Lions Club Manfredonia Host. «Quei nastri trasportatori sono senza titolo, non hanno alcun provvedimento concessorio, nessuno li ha mai autorizzati, non hanno nessuna legittimazione, non c’è un responsabile» rileva. «Il mio compito è quello di valorizzare il porto. Quei nastri non hanno alcun avvenire, pertanto entro questa estate farò quello che è necessario fare per dare corso agli interventi di

rifunzionalizzazione dello scalo marittimo per i quali c’è un finanziamento di 120milioni di euro. A breve, alcuni giorni – annuncia – emetterò i bandi per acquisire le espressioni di interesse da parte delle imprese per l’avvio dei lavori come da progetto già a suo tempo presentato. Entro questa estate sarà tutto definito sperando che non vengano frapposti altri ostacoli del tutto fittizi e pretestuosi». La procedura di demolizione dei nastri era già stata avviata dall’Autority portuale che fu costretta a sospenderla allorché fu presentata una manifestazione di interesse per i nastri trasportatori da parte di una società industriale. «Era mio dovere fermarmi – rivela Patroni Griffi – difronte ad una tale richiesta che però si è rivelata inconsistente eppertanto ho ripreso e attivato quella procedura interrotta». Con i lavori che saranno implementati il porto acquisterà una dimensione tecnica di grande rilievo. E darà respiro alle speranze. È infatti indubbio che è una dotazione del territorio fondamentale per il suo razionale sviluppo. Ma quale sviluppo per questo territorio? È un interrogativo senza risposte. Non ci sono neanche proposte sulle quali imbastire ragionamenti e magari attivare decisioni. Le autorità preposte elette, paiono a tutt’altre faccende affaccendate riguardanti interessi personali che addirittura toccano aspetti di legalità e correttezza; sono ben lontane dalle problematiche serie e fondamentali volte alla sopravvivenza della gente che sempre più numerosa preferisce lasciare Manfredonia per altri lidi ove trovare sostegno alla serenità propria e della famiglia. L’ansia per un presente imperscrutabile regna sovrana.

di  Michele Apollonio

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