Sabato 27 Aprile 2024

Capitozzare o non capitozzare

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E’ polemica sulla potatura degli alberi cittadini

TRA LE ATTIVITA’ avviate dalla nuova amministrazione comunale c’è anche quella della cura del verde, degli alberi in particolare. Un intervento necessario dato lo stato di incuria cui è stato relegato da anni il patrimonio arboreo cittadino. Prova ne sono, tra l’altro, i pini caduti qua e là “spontaneamente” o tagliati di “ufficio” per evitare il peggio. Azione meritoria pertanto la potatura degli alberi. Solo che a quanto pare non verrebbe fatta a regola naturale. Sotto accusa la “capitozzatura” ovvero taglio a capitozzo, tecnica che consiste nel taglio dei rami sopra il punto di intersezione con il tronco o altro ramo principale con rimozione completa della chioma.

UNA TECNICA estrema che i manuali di botanica indicano come “la più dannosa per gli alberi”. «Evidentemente questa amministrazione non conosce l’evolversi della normativa perché anche quest’anno si stanno effettuando tagli scellerati ai nostri alberi» interviene Alfredo De Luca, portavoce dei Verdi di Manfredonia, agronomo, ex consigliere comunale, commentando le operazioni di capitozzatura degli olmi di viale Aldo Moro. Potature drastiche che non rispettano la fisiologia vegetale e riducono i servizi ecosistemici che i nostri alberi forniscono».

A TAL PROPOSITO il portavoce dei Verdi ricorda il D.M. Ambiente 10 marzo 2020 contenente criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico; e il regolamento comunale per il verde pubblico, professionalità degli operatori, che «fra le disposizioni d’interesse per la difesa del nostro verde pubblico, vi è quella di divieto di capitozzatura degli alberi cittadini» e polemizza con «quei tecnici che non sanno cos’è la dominanza apicale e non ne conoscono gli effetti, non dovrebbero avvicinarsi ad un albero, o far avvicinare un operaio, con una motosega in mano».

RIGUARDO alle «lamentele dei cittadini per le foglie o i frutti che cadono, gli uccelli che si poggiano sui rami e defecano sotto o, infine, i dossi lungo strade e marciapiedi, sono problemi – rileva – che non si risolvono certo con le capitozzature, anzi». Ma perché si ricorre tout court alla capitozzatura e non si opta invece per una potatura a norma di botanica? Pare che la ragione principale sia quella dei costi: per il taglio a capitozzo basta una sega che in poco tempo ripulisce un albero; la potatura richiede invece più tempo e professionalità.

IL VERDE con gli alberi in grande evidenza, costituisce un patrimonio di fondamentale valore ambientale, alimentarlo e preservarlo è dovere civico e culturale. Una funzione che a Manfredonia non pare sia stata rispettata e dunque attuata. Di aree a verde e di alberi ce ne sono sparsi per la città fino a Siponto. Eredità di antichi e lungimiranti sipontini-manfredoniani. Il loro stato di degrado è fin troppo evidente. Fanno tenerezza e rabbia insieme, vedere interi filari di pini tagliati. Per non parlare della pineta di Siponto, quella al centro dell’antico “borgo del Duce”, ma anche quella che costeggia la spiaggia. A contare i tronchi tagliati, si desume che lo sfoltimento è notevole. E laddove non arriva la sega, ci pensano i vandali a “molestare” fino ad abbattere le piante. Manfredonia offre un consistente contributo a quei mille miliardi di alberi mancanti sulla Terra.

LA NUOVA amministrazione comunale tra le deleghe affidate agli assessori, c’è quella per la “Transizione ecologica” con specifico riferimento anche al “verde pubblico”. Che sia la volta buona che il verde, anche il verde, riceva le dovute attenzioni?

  Michele Apollonio

 

 

 

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