Domenica 28 Aprile 2024

Sempre tesi i rapporti tra maggioranza e minoranza consiliari

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ERA OPINIONE diffusa quella di ritenere la elezione dei due vice presidenti del consiglio comunale, come una opportunità utile quanto meno ad accorciare le distanze tra maggioranza di governo e minoranza fin qui (e si è al limite di un anno di consiliatura) manifestamente distanti. Il punto era il primo dei dieci accapo posti all’odg dell’assemblea consiliare, ma ridottisi a quattro in quanto quattro sono stati ritirati e due (comunicazioni del presidente e de sindaco) non sono stati utilizzati.

I consiglieri di minoranza hanno apertamente esplicitato l’opportunità di una votazione unanime per i due vice presidenti tenuto conto – è stato ricordato – che per la elezione della presidente la minoranza votò favorevolmente «nella convinzione che il presidente dell’assemblea è il presidente di tutti». Di qui l’opportunità per la scelta dei vice presidenti, di fare, ha suggerito Maria Teresa Valente «un ragionamento condiviso che sancisse la pacificazione del consiglio comunale»; Francesco Schiavone dando per scontato, che il vice andasse alla opposizione, come da passi consolidata ha ribadito Massimo Ciuffreda, ha rivolto un «appello al sindaco per una votazione unanime come gesto di apertura nei confronti della minoranza»; anche Adriano Carbone, nel ribadire la propria posizione di indipendente, ha caldeggiato «una apertura verso la minoranza». Più realistica la posizione espressa da Gaetano Prencipe, il quale respingendo categoricamente l’immagine data da Carbone «dei due schieramenti politici come bande in guerra», ha dichiarato la «non condivisione di quella che appariva una ostentata forzatura della maggioranza quando invece si trattava del rispetto dei ruoli di un consesso unitario».

Ad allontanare ogni dubbio e illusoria speranza, ci ha pensato lo stesso sindaco Gianni Rotice il quale ha affermato che «non è questo il tema che può risolvere il conflitto» ed ha rimesso il voto «alla coscienza dei consiglieri». Dagli scranni della maggioranza si è levata la sola voce di Sara Delle Rose per dichiarare che «noi non siamo esclusivi». Una affermazione contraddetta subito dopo dalla votazione: la maggioranza ha eletto con undici voti il proprio candidato Marco Di Bari, mentre la minoranza va votato Mariarita Valentino.

Non era certo quello della elezione di due vice presidenti dell’assise comunale, un argomento che potesse marcare chissà quale impronta della compagine amministrativa al governo della città, ma pur nella sua labile importanza Rotice e compagnia ha voluto affermare il “potere del suo potere”. Probabilmente – si è vociferato dalla minoranza – aveva un debito elettorale da ottemperare. Una occasione persa dalla Politica per rappresentare la sua parte nobile, la capacità di andare oltre gli steccati, di guardare e garantire l’interesse generale.

Cosa che si è verificata subito dopo con il punto riguardante l’approvazione del regolamento del funzionamento del Granate per i diritti delle persone disabili. Ebbene la minoranza ha apertamente lodato e condiviso in pieno l’iniziativa dell’amministrazione Rotice di istituire una figura sulla cui necessità erano state avanzate ragionate sollecitazioni da più parti. Dovrà essere il sindaco a provvedere alla nomina: la raccomandazione generale è stata quella di indicare una persona capace, indipendente, autorevole, che insomma non sia una nomina politica.

  Michele Apollonio

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