Sabato 27 Aprile 2024

Randagismo canino problema storico pendente

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I cani per antonomasia sono considerati (a ragione) i migliori amici dell’uomo. Spesso tuttavia l’uomo non si dimostra se non il migliore, quanto meno amico dei cani. Tant’è che non si fa eccessivo scrupolo ad abbandonarli. Il randagismo canino è purtroppo un fenomeno assai diffuso tant’è che tanto lo Stato quanto la Regione Puglia hanno emanato leggi e provvedimenti finalizzati alla prevenzione del randagismo e alla cura dei cani in appositi rifugi.

A Manfredonia il randagismo canino è da sempre un problema dagli aspetti critici sul quale nel tempo le varie amministrazioni comunali si sono esercitate a introdurre interventi che quanto meno tenessero sotto controllo la problematica. Anche questa amministrazione comunale promette di occuparsi del problema. L’assessora alle politiche sociali, Grazia Pennella, ha recepito la sollecitazione avanzata per iscritto da Rosa Prencipe, rinverdita da una interrogazione del consigliere di minoranza Francesco Schiavone, predisponendo una delibera approvata dalla giunta, con la quale introduce il progetto “Zero cani in canile” che si rifà fedelmente all’idea lanciata anni orsono, dell’esperta Francesca Toto, fatta propria dalla Lega nazionale per la difesa del cane.

«L’idea è appunto quella di svuotare i canili attraverso una serie di azioni congiunte tra istituzioni e associazioni» spiega l’assessora Pennella, che spera di realizzare a Manfredonia «gli efficaci risultati a livello nazionale». Un obiettivo lodevole, auspicabile, non impossibile (ha citato l’esempio virtuoso di Vieste) che ha bisogno di una serie di interventi elencati dall’assessora, che attivino le «azioni risolutive» del problema per trasformarlo in «opportunità economica e sociale».

Tra gli auguri per il successo dell’iniziativa, anche quello della consigliera di minoranza Maria Teresa Valente, che con una punta di bonaria polemica, ricorda all’assessora Pennella, che il progetto da lei opportunamente proposto, non è inedito «ma facsimile dell’analogo progetto “Zero cani in canile” lanciato nel 2016 dall’amministrazione comunale dell’epoca».

Ma di iniziative per far fronte al randagismo e all’affollamento del canile comunale, ne sono susseguite parecchie con scarsi risultati, occorre rilevare, se ad oggi nel canile comunale ubicato in località, “Posta del Fosso” gestito dall’Ente nazionale protezione animali (ENPA) diretto dal dottor Lupoli, sono ospitati 240 cani (il limite di legge è di 200); comunque meno delle 400 unità del 2016 ridotte poi a 296. Nel 2012 l’amministrazione in carica al fine di sfoltire il canile, offrì 250 euro per l’adozione di un cane.

Non è di poco conto la spesa per il servizio del canile sanitario e rifugio di cani randagi. Nel 2013 era di 319,58 euro. «Lievitata a 630mila euro come da contratto di gestione del canile prorogato nel gennaio scorso per tre anni, dall’amministrazione comunale in carica» rileva il consigliere Schiavone che pone una serie di considerazioni (dal numero di cani ospitati, alle iniziative attuate per favorire le adozioni gratuite, alla partecipazione delle associazioni animaliste) nell’intento di rendere efficace l’operazione “Zero cani in canile” che punta essenzialmente sulla prevenzione, educazione e controllo.

  Michele Apollonio

 

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