Sabato 27 Aprile 2024

La buona “Rete” della giudice Stilla

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A partire dalla presentazione del libro i riferimenti educativi e istituzionali per prevenire e contrastare la violenza giovanile sui social.

A Manfredonia, lunedì 16 gennaio, circa trecento alunni e alunne del “Roncalli-Fermi
-Rotundi-Euclide”, si sono confrontati con Francesca Stilla, giudice del tribunale per i minori. Un incontro vissuto con molto interesse e promosso dal Dirigente scolastico, Roberto Menga. “La scuola deve continuare a promuovere il benessere dei nostri ragazzi -ha detto il prof. Domenico Facciorusso- e farlo insieme agli stessi alunni, rendendoli protagonisti nei processi formativi e fornendo loro dei percorsi educativi di prevenzione dai pericoli dei social”. Attraverso il libro “Emily06, ragazzi nella rete”, scritto dalla Stilla insieme a quattro professionisti del mondo giovanile, gli alunni hanno avuto modo di affrontare i temi dell’aggressività perpetuata con un uso e abuso improprio dei social. Tra le altre personalità intervenute all’incontro, c’erano: il vice comandante della caserma dei Carabinieri di Manfredonia, Massimo Melillo, le professoresse Valeria Santoliquido, Samanta Dentico e Tiziana Lauriola, che hanno curato i precedenti incontri per gli aspetti giuridici e psicologici del Cyberbullismo. Il romanzo, dunque, nasce dall’incontro di professionisti impegnati a incontrare i giovani adolescenti intrappolati nel disagio affettivo e relazionale, dovuto all’avvento del cyber bullismo, del bullismo, dello stalking e della pornografia adolescenziale. “Il Giudice minorile -ha detto la dottoressa Stilla- è un giudice “di prossimità” che è parte integrante della comunità giovanile, sempre pronto a intervenire a tutela dei più giovani e delle loro famiglie. In questa veste incontra con gioia le comunità scolastiche che cercano un confronto sui temi della legalità e del Cyberbullismo.Questa gioia poi diventa immensa gratitudine quando l’ incontro diventa occasione reciproca di conoscenza e di formazione. Questo avviene quando, come è stato oggi, ad accogliere un Giudice c è una comunità che è stata a lungo preparata e accompagnata con passione, competenza”. “Dalle parole della Giudice -ha sottolineato la professoressa Tiziana Lauriola- è emersa la grande passione per il proprio lavoro, una forte empatia che ha catturato l’attenzione dei nostri ragazzi, presentando con chiarezza ed entusiasmo le dinamiche e i disagi giovanili”.
Il romanzo, presentato durante l’incontro, ha tra i fini quello del sostenere una reale rete umana, fatta di valori educativi e comportamentali. La “buona rete”, appunto, indispensabile in un periodo dominato dai mass media e dal Web. “È stato un incontro formativo e molto interessante ascoltare la dottoressa Francesca Stilla -ha detto l’alunna Rita Brigida- perché mi ha aperto la mente sui pericoli delle relazioni virtuali, fornendo delle utili informazioni su quella importante rete educativa sociale a sostegno delle vittime dei social”. “È stato davvero un incontro interessante-affermano le ragazze di 2B- perché abbiamo avuto modo di comprendere che le Istituzioni non sono un qualcosa di lontano da noi, ma si occupano con cura e attenzione della crescita di ogni giovane, condannando il fatto, ma mai la persona”. “”Mi ha colpito lo sguardo della Giudice -ha detto l’alunna Simona Spadavecchia- il suo sorriso, il modo in cui interagiva con noi. Non è stata una conversazione monotona, dato che alternava le nozioni principali dell’incontro al libro”. “In me è rimasta la gioia di un incontro -conclude la dottoressa Francesca Stilla- che porterà sicuramente i suoi frutti, anche nella mia vita. Ho incontrato giovani studenti davvero desiderosi di un confronto, di parole di chiarezza su temi chiave della loro adolescenza come l’ amicizia, il desiderio di essere riconosciuti e apprezzati anche sulla rete, senza però incorrere nei pericoli e nelle trame che i social nascondono.Ho incontrato tanti giovani con un desiderio di bene, spaventati però da un mondo virtuale troppo ingombrante e difficile da gestire da soli. Come dimenticare la domanda “giudice dove si trova la felicità?” o “cosa fare quando la vergogna o il senso del pudore ci toglie la parola?” In un contesto di silenzio, attenzione e di curiosità per le tante domande che mi hanno posto anche sulla mia vita professionale e privata, ho sperimentato oggi davvero la presenza di una comunità unita, educata e accompagnata con gentilezza dai docenti. Ho conosciuto davvero una scuola di grande amicizia e alla quale sento profondamente il desiderio di augurare di crescere bene, di studiare, di porsi domande sempre, anche custodendole nel cuore, sino a trovare le risposte nella vita reale”.

Redazione ManfredoniaNews.it

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