Sabato 27 Aprile 2024

Tasso: Su Energas la parola d’ordine è ostruzione

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Il Consiglio Comunale di Manfredonia approva all’unanimità la mozione proposta dal Sindaco. Tasso argomenta tutti i motivi dell’opposizione all’opera, dal punto di vista sia urbanistico che politico, passando per lo snodo fondamentale della legalità.

C’è forse uno spiraglio di speranza per Manfredonia, che può ancora far valere la propria netta e chiara opposizione al progetto Energas di realizzazione di un mega deposito di GPL a pochi chilometri dal centro abitato con la mozione approvata dal consiglio comunale di ieri, giovedì 17 marzo.

L’opposizione al progetto da parte mia e di AgiAMO viene da lontano. Siamo stati fra i primi a squarciare i veli di omertà e silenzio su questa operazione, certo non ci fermiamo ora che siamo arrivati al “redde rationem” dichiara l’On. Antonio Tasso.

E poi indica:”Per la battaglia decisiva possiamo agire su diversi fronti: quello politico, della legalità, dell’urbanistica e ostruzionistico”.

Politico

“Noi di AgiAMO, intuimmo subito che la questione dovesse risolversi ‘politicamente’, quindi con decisione del Consiglio dei Ministri, perché ‘tecnicamente’ la società partenopea fin dal 1998 aveva ricevuto i pareri favorevoli (oltreché miopi) degli Enti interpellati. Perciò ho fatto in modo che a quel Consiglio ci si arrivasse nel miglior modo possibile. Difatti, le interrogazioni presentate al Ministro Patuanelli, allora al MISE (due volte), ed alla sottosegretaria Todde (anch’essa al MISE), servivano a far esprimere questi rappresentanti istituzionali contro quest’opera. Cosa che avvenne, ma poi cadde il governo Conte 2.

Ora, dal momento che si è costituita una forte coesione politicamente trasversale, bisognerà attivare tutte le interlocuzioni e tutti i rapporti disponibili con i Ministri in carica per renderli edotti sulla questione e convincerli dell’obsolescenza e dell’anacronismo di quest’opera (il GPL non è il gas di cui abbiamo bisogno) e quindi votare contro nel Consiglio decisorio.

Legalità

Nell’inchiesta relativa alla maxi operazione antimafia “Omnia Nostra”, sono emerse intercettazioni, pubblicate poi dalla stampa, dalle quali si evince, chiaramente, l’interesse delle cosche locali per le commesse milionarie previste per questa realizzazione.

“Oltre che al Consiglio dei Ministri, ho inviato una informativa anche alla Commissione Parlamentare Antimafia. Ho avuto un lungo colloquio con il Presidente Nicola Morra, col quale abbiamo convenuto l’utilità dell’istituzione di un’audizione che, con la visibilità mediatica e parlamentare, possa indurre il CdM a prendere coscienza del rischio di agevolazione di una speculazione criminale. Mi piacerebbe che si comprendesse la concretezza di un atto del genere: un’azione che sto portando avanti, così come immagino che i colleghi stiano facendo altro. Non spetta a me valutare l’operato degli altri, penso solo al contributo che posso fornire io” continua il deputato sipontino.

Urbanistica

“Con un grande di rammarico dobbiamo ricordare che, dal momento che il Comune avrebbe potuto intervenire solo “urbanisticamente” cambiando la destinazione d’uso di quell’area (da zona industriale a zona agricola), fin dal 2015 sollecitammo l’Amministrazione all’epoca in carica a portare avanti tale azione. Ci fu risposto che i tempi di attuazione erano troppo lunghi, ma, di fatto, sono trascorsi diversi anni e avremmo già chiuso la vicenda.

Oggi dobbiamo considerare che un Comune non può tenere bloccata una pianificazione urbanistica, che dovrebbe tener conto degli aspetti economici e sociali in continua evoluzione e non può farsi condizionare da un iter autorizzativo di un progetto privato, come in questo caso, che dura da oltre 20 anni.

Attualmente quell’area è ancora priva di insediamenti industriali e sarebbe più semplice, oltre che opportuno, riportarla ad agricola, visto anche i tanti ritrovamenti archeologici e i vari vincoli paesaggistici che ci sono costati un’infrazione comunitaria e la compromissione di una nuova area del litorale sud, vincolata per compensazione, solo per non pagare l’infrazione, ma senza provvedere allo svincolo dell’area interessata dall’ insediamento dell’impianto.

Questo ha portato al blocco di progetti ed investimenti privati di natura turistica.

Pertanto, nelle more dell’approvazione del nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG) – operazione molto più complessa, in quanto riguarderebbe il territorio cittadino nella sua interezza – la nostra proposta è quella di avviare ed ottenere in tempi brevi una variante all’attuale Piano Regolatore Generale (PRG), interessando solo quell’area. Stante la già citata convergenza politica trasversale e totale, non dovrebbe essere difficile ottenerla dalla Regione Puglia, anch’essa contraria al progetto Energas”.

Questa soluzione è corroborata dalla Delibera del Consiglio Comunale n.15 – seduta n.4 del 15/4/2015: l’ex assessore all’urbanistica, Clemente, spianò la strada ad una variante al PRG per quell’area, ben motivandola, a dimostrazione che un’Amministrazione deve attuare una pianificazione urbanistica in base alle proprie esigenze, a prescindere dai progetti privati e senza attendere iter autorizzativi per venti anni.

“A chi paventa l’impugnazione di questo atto dico che non sarà un problema difendersi davanti al TAR, ed anche al Consiglio di Stato, se ce ne sarà bisogno. Passerebbero anni in cui potrebbe succedere di tutto”.

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