Sabato 27 Aprile 2024

Fa discutere il messaggio “politico” dell’arcivescovo Moscone

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IL MESSAGGIO dell’arcivescovo padre Franco Moscone al popolo di Manfredonia pronunciato al termine della straordinaria processione della santa patrona delle città, Madonna di Siponto, ha avuto vasta eco non solo tra la popolazione. Ha suscitato consensi e dissensi, come sempre del resto dal momento che il Presule sipontino affronta nei suoi discorsi, spiegandoli con parole chiare e comprensibili, problemi reali che attraversano la società, che toccano nel vivo la gente e che vengono ignorate o bypassate da chi dovrebbe invece affrontarle per dovere di funzione pubblica.

IL RILIEVO che è stato mosso a quest’ultimo intervento, è quello di essere stato un discorso “troppo sociale e politico”. Una definizione decisamente contestata dal filosofo Michele Illiceto che interpreta il discorso dell’arcivescovo come «parole scomode e pungenti che hanno risvegliato le menti dal sonno della ragione e dal torpore dell’indifferenza, dalle facili soluzioni e dalle fughe accomodanti; dalle deleghe e dalla logica dello scarica barile. Padre Moscone ha fatto scoppiare il Vangelo in piazza – afferma – ha acceso un fuoco nei cuori di chi, credente o meno, cerca di lottare per la giustizia e legalità, per la fraternità e l’inclusione».

UN DISCORSO Politico nel senso più alto del termine, ben lungi da quello guerreggiato utilitaristico tra fazioni contrapposte come ancora una volta va emergendo in questi giorni. Di questo parere è Cosimo Severo, direttore della Bottega degli Apocrifi, attivo riferimento culturale molto introdotto nelle dinamiche sociali cittadine. Rileva che il discorso di padre Moscone «un ex missionario diventato vescovo», si posiziona «in quel vuoto lasciato dalla politica, nel vuoto di parole, di pensieri, di azioni concrete; quel vuoto di priorità lasciato da politici troppo attenti ai social, troppo indaffarati a lasciarsi fotografare, appassionati di abbracci e foto panoramiche, troppo spesso distanti dal dettaglio, dal marcio che lentamente e senza sosta divora una comunità intera».

Severo coinvolge in questa disamina anche la stampa locale «poco avvezza alla narrazione, ma agguerrita nella ricerca dello scandalo, una stampa assetata più di like e commenti che di lettori». Severo rileva come «le parole dette da quel vescovo dovrebbero rendere impossibile proseguire qualsiasi festeggiamento».

Considerazioni che trovano riscontro, coincidenza del tutto casuale ma quanto mai comparativa, nella situazione politica travagliata di questi giorni precipitata nell’ennesima crisi della compagine amministrativa al governo della città. Una crisi più propriamente della Politica, in tutte le accezioni possibili, che si protrae da anni tanto da essere considerata incancrenita eppertanto bisognevole di amputazioni nette e decise. Per questo tipo di “politica”, di quanti la interpretano, le continue sollecitazioni e le accorate argomentazioni dell’arcivescovo non fanno breccia, scivolano via come pioggia sul mare.

Nei prossimi giorni si giocherà una partita fondamentale per le sorti di Manfredonia: i responsabili politici locali si incontreranno per vagliare la situazione e assumere le decisioni consequenziali. Prevarrà l’interesse della città o quello dei singoli?

  Michele Apollonio

 

 

 

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